Ilio Barontini
Cecina (LI), 28 settembre 1890 – Scandicci (FI), 22 gennaio 1951
Centrale e inaggirabile, nell’ambito della partecipazione dei volontari antifascisti livornesi alla guerra civile spagnola, appare la figura di Ilio Barontini, che, giunto in Spagna nel novembre 1936, nel marzo del 1937 assume il comando del Battaglione “Garibaldi” alla vigilia della battaglia di Guadalajara. Sarà il comandante Ilio a condurre i suoi uomini ad una vittoria decisiva, non tanto per gli esiti militari, quanto per l’impatto politico e psicologico del trionfo dei volontari garibaldini (appoggiati in maniera decisiva da volontari francesi e tedeschi, dalle truppe spagnole del generale Lister, nonché dagli aerei e dai carri armati russi) sulle truppe dell’Italia fascista. Barontini resterà in Spagna fino al settembre del ’37.
Dal momento che siamo davanti ad una figura ampiamente studiata (almeno cinque sono gli studi su di lui, fra tesi di laurea, biografie e saggi specifici), nella presente mostra abbiamo scelto di dare ampio spazio a figure di volontari, sicuramente meno noti, ma non per questo meno interessanti e originali.
Dal momento che siamo davanti ad una figura ampiamente studiata (almeno cinque sono gli studi su di lui, fra tesi di laurea, biografie e saggi specifici), nella presente mostra abbiamo scelto di dare ampio spazio a figure di volontari, sicuramente meno noti, ma non per questo meno interessanti e originali.
Lettera di Barontini ai familiari di alcuni prigionieri fascisti dei repubblicani.
La lettera, con firma non autografa di Ilio Barontini, è un dattiloscritto inviato in più copie ad alcuni familiari di volontari fascisti in Spagna, presi prigionieri dai garibaldini italiani a Guadalajara. La lettera vuole rassicurare i familiari sulle buone condizioni dei detenuti e fornisce istruzioni pratiche per entrare con loro in corrispondenza, aggirando la censura esercitata dalle poste italiane per conto del regime. La lettera contiene inoltre numerosi spunti di propaganda politica. Barontini riporta un lungo brano di un discorso tenuto da Randolfo Pacciardi (comandante del Battaglione “Garibaldi”) alla radio di Madrid e “diretto a tutto il popolo italiano”. Vengono anche fornite in dettaglio le istruzioni per sintonizzarsi con varie emittenti catalane e madrilene, per ascoltarne le trasmissioni in lingua italiana e poter quindi apprendere notizie sulla sorte dei prigionieri italiani nelle carceri repubblicane. Nella lettera Barontini, fra l’altro, smentisce le menzogne fasciste, secondo le quali “..il Battaglione Garibaldi sarebbe composto di tutta la schiuma della società [fra virgolette nella lettera] e che, d’altra parte, esso sarebbe stato massacrato e distrutto durante la battaglia di Guadalajara”.
ASLi, Regia Questura, poi Questura di Livorno, 926
ASLi, Regia Questura, poi Questura di Livorno, 926