Guerra civile spagnola 1936-1939: una cronologia
1936
18 luglio: La sollevazione si estende alla Spagna. Il Capo del Governo, Casares Quiroga, si dimette: falliscono i tentativi di trovare un accordo con la sollevazione militare.
19 luglio: Franco vola in Marocco e prende il comando dell’esercito in Africa. Il repubblicano José Giral forma il nuovo governo: nei giorni successivi chiederà aiuto al Governo socialista francese di Léon Blum, con scarsi risultati, mentre Franco cercherà di ottenere aiuti da Mussolini e da Hitler con ben altro esito.
20 luglio: A Barcellona ed a Madrid, ma anche a Valencia, Bilbao, e nelle maggiori città, la sollevazione militare è sconfitta dalla dura ed efficace reazione popolare. In un incidente aereo muore il generale Sanjurjo e questo accresce il ruolo di Franco. A questo punto tuttavia il colpo di Stato è tecnicamente fallito, anche perchè la Guardia civil e la Marina militare restano fedeli alla Repubblica: gli insorti controllano solo un terzo del territorio ed un quarto della popolazione! Per conquistare il potere la destra ed i generali devono scatenare la guerra civile contando sul controllo dell’esercito e sugli aiuti dell’Italia fascista e della Germania nazista. Il Governo repubblicano distribuisce armi ai cittadini.
21 luglio: La Spagna è divisa in due. Tuttavia la superiorità in uomini e armi dei nazionalisti permetterà loro di occupare progressivamente il territorio controllato inizialmente dai repubblicani.
22 – 23 luglio: I nazionalisti creano un governo che si insedia a Burgos (antica capitale della Vecchia Castiglia) e che assume il nome di Junta de Defensa Nacional presieduta dal generale Cabanellas, mentre Franco assume il comando dell’esercito del Marocco e del Sud, e Mola quello del Nord. Quattro partiti catalani, di orientamento socialista e comunista filorusso, si fondono nel PSUC (Partido Socialista Unificado de Cataluña).
25 luglio: La Chiesa spagnola si schiera con la sollevazione militare che viene definita cruzada (crociata).
26 luglio: Il Comintern, cioè l’URSS, decide l’invio di 3.000 tra volontari, istruttori e tecnici, oltre ad aerei, carri armati ed altro materiale militare. Essendo i rappresentanti dell’URSS, l’unico paese che aiuterà in modo consistente la Repubblica (almeno nei primi anni), questi volontari svolgeranno un ruolo molto importante nel corso della Guerra civile.
27 – 30 luglio: Gli aerei inviati da Mussolini e Hitler iniziano il trasporto in Spagna delle truppe di stanza in Marocco, aggirando l’ostacolo rappresentato dalla fedeltà della Marina militare alla Repubblica. Nei giorni successivi seguiranno convogli via mare con navi inviate da Italia e Germania. Aiuti ai nazionalisti giungeranno anche dal Portogallo, dalla Romania e da organizzazioni fasciste di diversi paesi europei che inviarono alcune migliaia di volontari.
1 agosto: Mentre il Comintern approva la formazione delle Brigate internazionali, si costituisce su iniziativa franco-britannica il Comitato internazionale per il non intervento, con l’intento dichiarato di evitare l’allargamento del conflitto. Al Comitato aderiranno 28 Paesi, tra cui l’URSS e, solo formalmente, Germania e Italia, che riusciranno oltretutto a paralizzarne le attività per lunghi mesi.
8 agosto: La Francia chiude le frontiere con la Spagna ed avvia in modo unilaterale la politica del non intervento.
14 agosto: I nazionalisti conquistano Badajoz, unendo le zone sotto il loro controllo nel sud e nel settentrione della Spagna. Nell’occasione commettono uno dei peggiori eccidi di repubblicani, noto come Macello di Badajoz.
15 agosto: Francia e Gran Bretagna firmano il Patto di non intervento. 18 agosto: Fucilazione a Granada del poeta Federico García Lorca, da parte dei franchisti. Secondo alcune stime sarebbe una delle 50.000 vittime giustiziate dai nazionalisti nelle zone dove prendono il potere fra l’estate e l’autunno del 1936 (la tecnica era quella del cosiddetto paseo, cioè la “passeggiata” al termine della quale la vittima, prelevata a casa o in carcere, veniva eliminata). Non mancano naturalmente episodi simili anche nelle zone controllate dai repubblicani, di dimensioni tuttavia ben più limitate (spesso diretti contro religiosi e contro luoghi di culto, dato anche il ruolo avuto dai cattolici e dalle loro organizzazioni, compresa la maggioranza della Chiesa spagnola, in appoggio alla destra e al colpo di Stato).
24 agosto: Italia, Germania e Portogallo accettano il non intervento in linea di principio (la realtà dei fatti sarà ben altra…).
27 agosto: Primo bombardamento aereo su Madrid ad opera dei nazionalisti, che si avvalgono degli aerei tedeschi.
4 settembre: Dimissioni del Governo Giral e formazione del primo Governo Caballero, una coalizione tra repubblicani, socialisti e comunisti filo-russi con a capo il leader del Partito Socialista Obrero Español.
14 settembre: Il Papa condanna il Governo repubblicano.
27 settembre: I nazionalisti conquistano Toledo.
1° ottobre: A Burgos, Franco si proclama capo dello Stato e Generalissimo. Il Governo repubblicano concede l’autonomia ai Paesi Baschi.
10 ottobre: Il Governo repubblicano decide l’incorporazione delle milizie operaie nel nuovo Esercito popolare e successivamente (il 22 ottobre) approva la creazione delle Brigate internazionali.
24 ottobre: Nell’ambito dell’accordo per l’Asse Roma-Berlino, Germania e Italia si impegnano a sostenere i nazionalisti di Franco in Spagna.
25 ottobre: Le riserve d’oro della Banca di Spagna partono da Cartagena per Mosca come tributo per l’aiuto dell’URSS. Nella zona controllata dai nazionalisti è vietata ogni attività politica e sindacale.
30 ottobre: Primo bombardamento sulla Catalogna. La cittadina di Roses viene bombardata da una nave da guerra.
1 novembre: Mussolini annuncia la firma dell’Asse Roma-Berlino. 4 novembre: Mentre i nazionalisti sono a 13 km da Madrid, gli anarchici entrano nel secondo Governo Caballero che, appena costituito, si risolve ad abbandonare Madrid e trasferire la capitale a Valencia (6 novembre). Largo Caballero nomina quattro ministri anarchici, due della CNT e due della FAI.
8-23 novembre: La prima battaglia di Madrid si conclude con la vittoria dei repubblicani, che respingono i nazionalisti e stabilizzano il fronte. Le Brigate internazionali conoscono, nella difesa della capitale spagnola, il loro battesimo del fuoco. Viene ferito in circostanze misteriose e muore (20 novembre) il leader anarchico Buenaventura Durruti.
18 novembre: Italia e Germania riconoscono il Governo di Franco. Dopo che sono già entrati in azione gli aerei tedeschi della Legione Condor (15 novembre), arrivano le prime truppe italiane (22 novembre) e tedesche (2 dicembre).
10 dicembre: Mentre Italia e Germania mandano soldi, armi e soldati a Franco, Francia e Inghilterra si propongono per… una mediazione!
14 dicembre: Respinto un nuovo attacco dei nazionalisti per circondare Madrid a nord e a nord-ovest sulla strada per La Coruña.
16 dicembre: Il POUM (Partido Obrero de Unificación Marxista) viene estromesso dal Governo della Catalogna. Cominciano a manifestarsi divisioni tra le diverse anime del Fronte popolare, in particolare tra quella che fa capo a Largo Caballero (socialista massimalista, Capo del Governo e segretario della UGT – Unión General de Trabajadores) estesa al POUM e agli anarchici della FAI (Federación Anarquista Iberica), contrapposta a quella che fa invece riferimento ai repubblicani, ai socialisti moderati e ai comunisti filo-russi.
1937
6-25 febbraio: Battaglia del fiume Jarama, nel corso della quale i repubblicani respingono un nuovo tentativo dei nazionalisti di conquistare Madrid.
13 febbraio: Iniziano i bombardamenti su Barcellona.
4 marzo: La Repubblica deve introdurre il razionamento (250 grammi di pane al giorno per persona).
8-18 marzo: Battaglia di Guadalajara, nel corso della quale, dopo iniziali affermazioni dei nazionalisti che sembrano sul punto di aprirsi la strada per Madrid, i repubblicani ottengono una decisiva vittoria grazie anche ai carri armati e agli aerei russi. Reparti italiani delle Brigate internazionali contribuiscono in modo decisivo alla sconfitta delle divisioni inviate in Spagna da Mussolini.
31 marzo: Inizio dell’offensiva dei nazionalisti per conquistare i Paesi Baschi, nel corso della quale la Legione Condor bombarda Durango.
16-19 aprile: Franco unifica le anime più importanti della destra spagnola, la CEDA, la Falange, i Carlisti e Renovación Española in una unica organizzazione politica, che nel 1938 diventerà il Movimiento Unificado.
26 aprile: Bombardamento e distruzione di Guernica ad opera di aerei tedeschi e italiani.
4-7 maggio: In seguito ai decreti che impongono l’inquadramento delle milizie anarchiche e del POUM sotto il comando centralizzato dell’Esercito controllato dai socialisti e dal PCE filo-russo, scoppiano violenti scontri a Barcellona tra le due anime del Fronte popolare. Epicentro iniziale degli scontri è la Centrale telefonica: la resistenza degli anarchici che la controllano viene soffocata nel sangue, grazie anche alle incertezze dei vertici della CNT e del POUM. Sono i fatti passati alla storia come il Mayo sangriento. Il risultato di questa gravissima crisi del Fronte Popolare è rappresentato dalle dimissioni del Governo di Largo Caballero (17 maggio). A capo del nuovo governo, del quale non faranno più parte nè l’ala massimalista del Partito Socialista Spagnolo (PSOE), né la CNT, ci sarà il socialista moderato Juan Negrín. Il POUM verrà messo fuori legge il 16 giugno. In seguito, numerosi dirigenti e militanti anarchici, del POUM e della SBLE (Sección Bolchevique Leninista de España) verranno arrestati. Molti saranno eliminati dagli stalinisti: tra di loro l’anarchico italiano Camillo Berneri e il capo del POUM Andrés Nin.
3 giugno: Il generale Mola, avversario di Franco nello schieramento nazionalista, muore in un incidente aereo. Di conseguenza la posizione di Franco, come leader dei nazionalisti, si rafforza ulteriormente. 19 giugno: Bilbao cade nelle mani dei nazionalisti, che si aprono cosi la via per l’occupazione del Nord, completata il 21 ottobre.
1 luglio: Lettera collettiva dei vescovi spagnoli di denuncia delle violenze repubblicane e di appoggio alla causa franchista.
26 luglio: Battaglia di Brunete per la difesa di Madrid. 28 luglio: Gli anarchici sono estromessi anche dal governo catalano. Successivamente (15 agosto) verranno vietate le riunioni politiche in Catalogna. 10 agosto: Il Governo repubblicano, su iniziativa dei filo-russi, prende il controllo del bastione anarchico in Aragona. Vengono soppressi i Comitati rivoluzionari e sciolte le comuni contadine.
18 agosto: Fallito il tentativo di unificazione, PCE e PSOE concludono un Patto di unità d’azione.
1 ottobre: In seguito alle pressioni filo-russe Largo Caballero è escluso dalla segreteria della UGT.
7 ottobre: Arrivo a Salamanca del Nunzio pontificio inviato dal Vaticano presso il Governo franchista di Burgos.
21 ottobre: Il Governo repubblicano arresta Largo Caballero, in seguito ad un suo pubblico attacco contro Negrín e il PCE. 31 ottobre: Negrín abbandona Valencia e trasferisce la sede del Governo a Barcellona.
29 novrembe: Il Giappone riconosce ufficialmente il Governo di Franco.
15 dicembre: L‘esercito repubblicano dà inizio alla battaglia di Teruel, con l’obiettivo di impedire l’avanzata franchista in Catalogna. La città viene conquistata (9 gennaio), ma in seguito alla controffensiva dei nazionalisti viene nuovamente perduta (22 febbraio).
1938
1 febbraio: Formazione del primo Governo Franco.
9 marzo: Offensiva nazionalista che, partendo dall’Aragona, si dirige verso la Catalogna, baluardo dei repubblicani. Il Governo nazionalista emana la prima delle otto Leggi Fondamentali del Regno (Leyes Fundamentales del Reino), che saranno abrogate solo nel 1977.
16-18 marzo: Intensi bombardamenti dell’aviazione italiana su Barcellona.
18 marzo: CNT e UGT concludono un Pacto de acción.
5 aprile: Franco decreta la fine dell’autonomia catalana.
6 aprile: Il Ministro della Difesa, il socialista Indalecio Prieto, si dimette per protesta contro le crescenti pressioni dei filo-russi nell’esercito. Negrín forma un nuovo governo.
15 aprile: I nazionalisti, raggiungendo il Mediterraneo a Viñaroz, dividono in due la zona repubblicana.
1 maggio: Negrín annuncia i Tredici punti per una pace negoziata, ma Franco vuole la resa senza condizioni.
4 maggio: Il Vaticano riconosce il Governo di Franco.
12 maggio: Il Consiglio della Società delle Nazioni ribadisce il principio del non intervento (a tutto vantaggio di Franco…).
27 maggio: Il Comitato per il non intervento approva il piano di ritiro dei volontari delle Brigate internazionali.
25 luglio: Inizio della battaglia dell’Ebro. Le forze repubblicane cercano di alleggerire la pressione dei nazionalisti su Valencia, Madrid e sulla Catalogna. Dopo un primo successo, la superiorità aerea favorisce il contrattacco dei nazionalisti. Pesanti combattimenti continuano fino a novembre.
agosto: Rimpasto nel Governo Negrín in seguito alle dimissioni dei ministri catalani e baschi.
21 settembre: Negrín annuncia alla Società delle Nazioni il ritiro delle Brigate internazionali dalle zone di combattimento.
11 ottobre: A Barcellona inizia il processo contro i dirigenti del POUM.
28 ottobre: Con una sfilata a Barcellona le Brigate internazionali pongono fine alla loro epopea in Spagna.
18 novembre: La battaglia dell’Ebro si conclude con la sconfitta dei repubblicani che ripiegano a est del fiume.
19 novembre: Il Governo di Burgos offre alla Germania nazista una serie di concessioni minerarie come compenso per la collaborazione militare.
1-6 dicembre: Proseguono i bombardamenti su Barcellona.
23 dicembre: Grande offensiva nazionalista contro la Catalogna. Il governo repubblicano fugge a Girona, mentre si protrae la difesa di Barcellona.
1939
4-5 febbraio: I franchisti prendono Girona. L’esercito repubblicano è ormai in rotta: tra soldati e civili, almeno 500.000 persone fuggono verso la Francia attraverso i Pirenei.
9 febbraio: Franco promulga la Legge delle responsabilità politiche (Ley de responsabilidades politicas), copertura giuridica della sanguinosa repressione che continuerà dopo la fine della Guerra civile. Dopo aver fatto della eliminazione sistematica dei repubblicani l’obiettivo della campagna militare dell’esercito nazionalista (per “ripulire” il paese…), Franco darà un’ulteriore accelerazione ai massacri dopo la fine dei combattimenti. Secondo il Ministero della Giustizia saranno eseguite quasi 200.000 condanne a morte tra il 1939 ed il 1945, oltre ad un numero incalcolabile di vittime nei campi di concentramento e nelle azioni proditorie di squadracce franchiste, che colpiscono con efferata crudeltà e nella più assoluta impunità chiunque sia anche solo sospettato di simpatie repubblicane. Se è vero che nei primi anni di guerra vi sono stati anche episodi di violenza più o meno spontanea da parte di settori dello schieramento repubblicano contro fascisti, nazionalisti e membri del clero (talvolta espressione della lotta contro la Quinta columna, una sorta di rete clandestina che operava nelle retrovie repubblicane a favore dei nazionalisti), non è tuttavia possibile nessun tipo di paragone fra i due campi in lotta, sia dal punto di vista della sistematicità della repressione che del numero delle vittime e della ferocia espressa.
18 febbraio: Il controllo del confine con la Francia da parte dei franchisti sancisce la fine della guerra in Catalogna. Negrín e alcuni ministri fuggono verso Valencia.
21 febbraio: Grande parata militare nazionalista a Barcellona, aperta dai soldati italiani e chiusa dai tedeschi.
27 febbraio: Francia, Regno Unito e altri Stati si affrettano a riconoscere il regime franchista, che ha comunque stroncato qualsiasi focolaio di rivoluzione in Spagna, “salvando” così l’Europa da un possibile contagio, vista la situazione di crisi generale.
28 febbraio: Manuel Azaña si dimette da Presidente della Repubblica e viene sostituito dal Presidente delle Cortes, Diego Martínez Barrio.
5 marzo: Colpo di Stato del colonnello Casado, comandante repubblicano dell’esercito del Centro, contro il Governo Negrín. Seguono scontri con le truppe controllate dai comunisti filo-russi a Madrid, Valencia e Cartagena. Governo e dirigenti dei partiti repubblicani lasciano la Spagna.
7 marzo: Casado formula varie proposte di resa a Franco che le respinge, pretendendo la resa senza condizioni.
27 marzo: Franco si associa al Patto anti-Comintern con Germania, Italia e Giappone.
28 marzo: I nazionalisti di Franco entrano a Madrid. Masse di profughi si dirigono verso il Mediterraneo sperando in un imbarco per l’estero.
31 marzo: I nazionalisti occupano le ultime città controllate dai repubblicani: Valencia, Almeria, Murcia e Cartagena.
1 aprile: Franco proclama la fine della guerra. Gli USA riconoscono la Spagna franchista. Il bilancio delle vittime della guerra civile spagnola, secondo lo storico Ángel David Martín Rubio, sarebbe, per quanto riguarda i militari, di 71.038 morti per i repubblicani (di cui 13.706 stranieri) e di 68.551 morti per i nazionalisti (di cui 12.107 stranieri). Si conterebbero inoltre 20.646 civili morti per i bombardamenti. La repressione, principalmente ad opera dei nazionalisti, avrebbe poi provocato la morte di 110.000 persone durante la guerra e di oltre 30.000 dopo delle operazioni militari… Il tutto su di una popolazione spagnola che nel 1935 era stimata intorno ai 24.500.000 abitanti!
Le Brigate internazionali
Uno degli aspetti più importanti della guerra civile spagnola fu certamente quello delle Brigate internazionali. Del resto era già successo in altre occasioni nella storia, a partire dalla Rivoluzione Nordamericana del 1776: ma in nessuna guerra l’intervento di volontari stranieri aveva mai raggiunto le dimensioni del 1936-1939. Tra le caratteristiche più significative delle Brigate internazionali ricordiamo:
• erano formate da volontari che quindi si sottomettevano volontariamente alla disciplina necessaria in qualunque reparto militare.
• Erano espressione delle più diverse estrazioni sociali e professioni, anche se prevalevano, come accadrà nella Resistenza europea, operai, impiegati e contadini. Non mancarono tuttavia gli intellettuali: tra questi ultimi basta ricordare nomi come quello di George Orwell, oppure di André Malraux, senza sottovalutare il ruolo di un fotografo come Robert Capa o di scrittori come Ernest Hemingway, che lavorò come reporter. In generale possiamo dire che la gran parte dei più famosi scrittori ed artisti del mondo si schierarono a fianco della Repubblica: da Bertolt Brecht a William Faulkner, da John Steinbeck a Virginia Woolf, da Samuel Beckett a Pearl Buck, da Pablo Neruda a Arthur Koestler. Senza dimenticare il contributo dei grandi artisti ed intellettuali spagnoli: Federico García Lorca (che pagò con la vita…), Joan Miró, Luis Buñuel, Rafael Alberti, Pablo Picasso (autore dell’opera assurta a simbolo mondiale degli orrori della guerra civile spagnola, “Guernica”), tanto per citarne alcuni.
• I volontari erano spesso antifascisti senza particolare colorazione politica, ma in molti casi erano espressione delle più svariate correnti dell’antifascismo: da quello anarchico a quello comunista (spesso filo-russo, ma non solo…), da quello cattolico a quello liberale e democratico.
• Inoltre, sul modello degli eserciti della Rivoluzione francese e della Rivoluzione russa, le Brigate internazionali disponevano di Commissari politici che affiancavano i comandanti militari.
• Non bisogna poi dimenticare che, oltre al fondamentale contributo militare in difesa della Repubblica, le Brigate internazionali svolsero anche il ruolo di formazione di quelli che saranno i quadri politici e militari di molti reparti della imminente Resistenza europea contro il nazifascismo.